INSIDE OUT 2
di Pete Docter, Kelsey Mann.
Il film segue Riley durante la sua adolescenza mentre incontra nuove emozioni.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Il quartier generale viene improvvisamente demolito per far posto a qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.

Regia
Pete Docter, Kelsey Mann.
Cast
Genere
Animazione
Durata
96 - colore
Produzione
USA (2024)
Distribuzione
Walt Disney
KINDS OF KINDNESS
di Yorgos Lanthimos
Il nuovo film di Yorgos Lanthimos, una favola in tre atti.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.

Regia
Yorgos Lanthimos
Cast
Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hong Chau
Genere
Drammatico
Durata
165 - colore
Produzione
(2024)
Distribuzione
Walt Disney
BUENA VISTA SOCIAL CLUB
di Wim Wenders.
Un grande film, il miglior Wenders.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Il musicista Ry Cooder, invitato da Wenders, va alla scoperta dei musicisti del Buena Vista Social Club di Havana. I talenti che ospitava, erano (e sono) enormi, ma sconosciuti (fino a questo film) al grande pubblico. Wenders, col suo stile rigoroso, reale-espressionista (appunto, è solo suo) racconta la loro storia, lunga, misera e magnifica. I personaggi sono: Ibrahim Ferrer, cantante, Ruben Gonzalez, chitarrista, Manuel “Puntillita” Licea, pianista, Omara Portuondo, l’Edith Piaf cubana, Manuel Galban, chitarrista. E altri. Tutti oltre gli ottanta, qualcuno oltre i novanta. Il regime di Castro, inibendo loro il resto del mondo, li ha costretti a una vita povera anche se non infelice: lo dicono continuamente “la fortuna di essere cubano”. E comunque, per il successo nel mondo c’è voluto Wenders, che ama queste iniziative, basti ricordare i Madredeus, diventati internazionali grazie a Lisbon Story. Nella loro tournée americana i cubani guardano le vetrine della Quinta strada e non riconoscono le effigi di Kennedy e della Monroe. E tutti raccontano, di quegli anni lontani, del Club in cui si esibivano, loro, leggende tornate viventi. E naturalmente Wenders non ignora L’Havana, la povertà, i colori, le vecchie Cadillac rimaste lì dai tempi di Batista, gli alberghi lussuosi rovinati dal vento e dal mare e lasciati a marcire, le prostitute, i mendicanti, i bambini che rincorrono i turisti. Il film comincia col grande concerto di New York del gruppo, e ricordo dopo ricordo ritorna al concerto. Da allora i musicisti, vitali, eterni, girano i teatri del mondo e vendono milioni di dischi. Un grande film, il miglior Wenders.

Regia
Wim Wenders.
Cast
 Ry Cooder, Ibrahim Ferrer, Compay Segundo, Omara Portuondo, Eliades Ochoa
Genere
Documentario, musicale
Durata
101 - colore
Produzione
Germania (1998)
Distribuzione
Cineteca di Bologna
MARCELLO MIO
di Christophe Honoré
UNA SAGGIO POETICO GIOIOSAMENTE ESAGERATO E PROFONDAMENTE SINCERO. SI PRENDE DEI RISCHI MA FA RESPIRARE CINEFILIA VIVA
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Dopo una sigaretta e una canzone, Chiara Mastroianni si veste da uomo e ‘diventa’ suo padre Marcello. Davanti allo specchio si incolla i baffi, infila gli occhiali e il cappello e si mette a parlare in italiano. Fuori Parigi scorre sotto i suoi passi, intorno i suoi cari si inquietano. Il suo gesto interroga, infastidisce e turba sua madre, Catherine Deneuve, i suoi ex più emblematici, Benjamin Biolay e Melvil Poupaud, e la regista Nicole Garcia, che con Chiara progettava di girare un film. Soltanto Fabrice Luchini, partner di casting, si mostra entusiasta alla maniera di un bambino, prende il gioco sul serio e abbraccia il senso di meraviglia che ne deriva. Alla ‘commedia umana’ si aggiungono un soldatino britannico, che attende invano il ritorno dell’amato, e un cocker, ‘ponte’ tra Roma e Parigi, tra il ruolo e la vertigine d’identità.

Non c’è giornalista francese o straniero che non abbia chiesto prima o poi a Chiara Mastroianni di parlargli di suo padre e di sua madre. E Chiara probabilmente ha risposto sempre, dissimulando l’ineluttabilità della domanda dietro l’humour.

Ma l’ironia non l’ha mai messa al riparo da quello che evidentemente è il suo tallone di Achille. Marcello mio prova a esorcizzare quella vulnerabilità, a lavorare sull’idea di essere ‘figlia di…’. Siamo tutti figli di qualcuno, in cui abbiamo spesso l’impressione di riconoscerci, magari in un gesto o in un’espressione. Non tutti possono essere la figlia di Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni. E in quella singolarità sta tutta la questione e tutto il film di Christophe Honoré. Nel confine tra intimità ed esposizione sotto i riflettori del cinema e dei media, nel confine che separa gli uomini dalle donne, i genitori dai figli, i padri dalle figlie, un Paese dall’altro, una lingua dall’altra, tutto si mette in moto.

Parte da qui Marcello mio e da una fontana, quella di Saint-Sulpice, per disegnare il ritratto di Chiara Mastroianni, figura maggiore del cinema di Honoré, stanca di essere costantemente riportata alla sua condizione di ‘figlia di’. Dopo uno spot pubblicitario in cui incarna Anita Ekberg e invita nella fontana il fantasma di suo padre, dopo l’ingiunzione di Nicole Garcia durante un’audizione (“ti vorrei più Mastroianni che Deneuve!”), Chiara si prende per Marcello e ‘infila’ con la giacca una fantasia comica, struggente e cinefila.

Una commedia trasformista (siamo dalle parti di Victor Victoria) che scivola progressivamente in una riflessione dolce-amara sul mestiere di attore, sulle implicazioni del gioco e sulle sue ripercussioni intime. Scegliendo di ‘diventare’ una versione giovane e affascinante di suo padre, Chiara esplora la sua filmografia, segue le deambulazioni di questo eterno dandy vagabondo – che sembrava aggirarsi nei suoi film più che abitarli -, ravviva l’erotismo complesso di un attore che toccava il sublime e aveva sviluppato un rapporto singolare con la virilità.

Una silhouette di gabardine stropicciato, un uomo già fluido, che non esitava mai a interpretare gli impotenti nell’ultimo rifugio del machismo mediterraneo (Il bell’Antonio), gli omosessuali resistenti alla virilità irreggimentata (Una giornata particolare), gli smarriti (La città delle donne), i dispersi (Il volo) e gli uomini ‘incinta’ (Niente di grave, suo marito è incinto), rettificando per sempre il mito del latin lover italiano.

Regia
Christophe Honoré
Cast
Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Benjamin Biolay.
Genere
DRAMMATICO
Durata
120 - colore
Produzione
Francia, Italia (2024)
Distribuzione
Lucky Red
VANGELO SECONDO MARIA
di Paolo Zucca
Una Maria più 'vera', più compiuta, a cui il film prova a restituire la sua condizione pienamente umana.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Sogna l’Egitto Maria e la grande biblioteca di Alessandria, sogna di andarsene lontano verso freschi giardini dove i frutti si possono mangiare ma il mondo intorno la vuole maritare, scambiandola con pecore e miseria. Selvaggia e ribelle, Maria rifiuta un ricco pretendente e poi è promessa a Giuseppe, un “vecchio gigante” che la rispetta e di cui diventa l’allieva prediletta, perché questa giovane donna vuole conoscere la lingua greca e la meridiana. Almeno fino a quando un angelo appare, batte le ali e l’annuncia madre del figlio di dio. Per Maria è soltanto un altro uomo a disporre del suo corpo, ingravidandolo. Decisa a fare finalmente la sua volontà, si tufferà tra le braccia di Giuseppe per ‘attraversare’ insieme la più grande avventura del mondo: l’amore.

Partendo dal romanzo omonimo di Barbara Alberti (Il Vangelo secondo Maria), Paolo Zucca dirige un’anti-narrazione mariana cercando una Maria più ‘vera’, più compiuta, a cui prova a restituire la sua condizione pienamente umana.

Apolitica e asessuata, nel nostro immaginario è depositata come vergine pia sotto le spoglie di una suora, per elevarla meglio a dea e a irraggiungibile mito verginale. Il Vangelo secondo Maria non si occupa della nascita e della morte del figlio Gesù ma si spinge più indietro nel tempo, ritrovando la sua giovinezza e il suo carattere, segnato dal furore di Erode (Maurizio Lombardi resuscita la parola come Carmelo Bene), e rendendole la sua sessualità e la sua indipendenza. Nessun processo ai teologi che hanno costruito la visione ufficiale di Maria, di cui si ricorda la dimensione storica e le ambizioni escatologiche. Va da sé che la grazia, l’empatia e le precauzioni non basteranno a placare i credenti ma del resto il cinema, come la scienza, non è fatto per sostenere dogmi.

Giocando in sogno con l’iconografia mariana, la protagonista si sogna statua sacra in processione, Il Vangelo secondo Maria rende Maria più familiare, collocandola nel suo contesto spaziale e temporale. Giovane fanciulla ebrea dentro un mondo arcaico dalla spiritualità ancora primitiva, Paolo Zucca la incarna, per scoprire chi fosse questa donna la cui vita è stata intenzionalmente cancellata per farne un grido del cuore, il grido della fede: “Santa Maria, Madre di dio!”.

Se per la Chiesa e per i credenti, è l’immensità del mistero del Dio fatto uomo, la divinizzazione di Gesù ha provocato la perdita progressiva della consistenza umana di Maria. Ricettacolo del figlio di Dio, non poteva evidentemente avere un destino al di fuori di questo ma il film se ne ‘inventa’ uno radicato nei testi, nell’archeologia e nella Sardegna tellurica e vibrante, dove regnano gli uomini e i loro riti violenti.

Regia
Paolo Zucca
Cast
Benedetta Porcaroli, Alessandro Gassmann, Lidia Vitale, Leonardo Capuano
Genere
DRAMMATICO
Durata
105 - colore
Produzione
Italia (2024)
Distribuzione
Vision Distribution.
L’ODIO
di Mathieu Kassovitz
KASSOVITZ OSSERVA LA BANLIEUE SENZA PAURA DI SPORCARSI LE MANI, IN UN FILM FOLGORANTE, CHE NON DÀ TREGUA.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

In un quartiere periferico parigino (i francesi li chiamano le cité), scoppia il vento della rivolta dopo il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti. Tra loro ci sono tre amici: l’ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro. La giornata balorda dei tre giovani disperati ha inizio quando Vinz, che ha trovato una pistola d’ordinanza persa da uno sbirro durante gli scontri, decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz, un venticinquenne di talento, in un bianco e nero splendido, e parlato con un dialetto non facile da tradurre, L’odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994.

Regia
Mathieu Kassovitz
Cast
Abdel Ahmed Ghili, Saïd Taghmaoui, Hubert Koundé, Vincent Cassel, Karim Belkhadra
Genere
Drammatico
Durata
95 - b/n
Produzione
Francia (1995)
Distribuzione
cat people
IL GUSTO DELLE COSE
di Tran Anh Hung
UN FILM CHE SEGNA UNA SVOLTA NEL SOTTOGENERE CIBO-CINEMA: NON PIÙ COMPETIZIONE MA CONDIVISIONE DI SAPERE.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent’anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all’idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina.

Regia
Tran Anh Hung
Cast
Juliette Binoche, Benoît Magimel, Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Galatéa Bellugi.
Genere
Drammatico
Durata
145 - colore
Produzione
Francia (2023)
Distribuzione
Lucky Red
BACK TO BLACK
di Sam Taylor-Johnson
Un rispettoso e romantico ritratto di Amy Winehouse, dove la musica è la grande protagonista.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

“Voglio che la gente senta la mia voce e dimentichi i suoi problemi per cinque minuti. Voglio essere ricordata per la mia voce, per i concerti, per essere stata me stessa”. Così dicono le due uniche voci off di Back to Black, film che sembra voler far pace con i demoni interiori della talentuosissima Amy Winehouse, scomparsa nel 2011 all’età di 27 anni.

Nata e cresciuta a Londra, famiglia di origini ebraiche, genitori divorziati, Amy Jade Winehouse è una giovane donna libera, con un amore spiccato per la musica jazz, sense of humour e gusto per l’imprecazione. Il suo stile rétro è direttamente ispirato all’adorata nonna paterna Cynthia, ex cantante professionista, sua “icona di stile, icona di tutto”. Amy ha voce potente, estensione, groove, è cresciuta ascoltando musica afroamericana. Se non si conoscessero le sue fattezze, potrebbe tranquillamente passare per una cantante black. Corpo da uccellino, tempra da leonessa, firma il suo primo contratto a diciotto anni, con già le idee molto chiare sul concetto di presenza scenica. Nessuno sa tenerle testa e nessun uomo sa starle vicino come lei vorrebbe. Lo dichiara in Stronger Than Me, uno dei brani di Frank, il suo album di debutto che arriva tredicesimo in classifica nel Regno Unito (“non ricordo più la gioia dell’amore giovane / mi sento una signora e tu il mio lady boy”). Tutto cambia quando al “The Good Mixer” di Camden entra Blake Fielder-Civil, tossicomane che la seduce mimando Leader of the Pack delle Shangri-Las. È colpo di fulmine, inizio di una relazione devastante per entrambi.

Regia
Sam Taylor-Johnson
Cast
Marisa Abela, Ryan O'Doherty, Jack O'Connell (II), Eddie Marsan, Lesley Manville
Genere
Biografico, Drammatico, Musicale
Durata
122 - colore
Produzione
Usa (2024)
Distribuzione
Universal Pictures
CONFIDENZA
di Daniele Luchetti
LUCHETTI RITROVA STARNONE E REALIZZA IL SUO FILM PIÙ COMPLESSO E MATURO.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Pietro, professore di liceo amato dai suoi studenti, trova l’amore, nel senso pieno del termine, con Teresa, un’ex studentessa. Da quando lei gli propone di confidarsi reciprocamente un segreto mai rivelato a nessuno le cose cambieranno profondamente. Diventeranno entrambi famosi ma la consapevolezza di ciò che Teresa sa e che potrebbe rivelare perseguiterà Pietro.

Regia
Daniele Luchetti
Cast
Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati, Isabella Ferrari
Genere
Drammatico
Durata
126 - colore
Produzione
Italia (2024)
Distribuzione
Vision Distribution
CATTIVERIE A DOMICILIO
di Thea Sharrock
Una commedia imperdibile, pungente e scorretta con performance attoriali memorabili.
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Nel 1922 a Littlehampton la routine di una piccola cittadina viene sconvolta da una serie di lettere anonime oscene e cariche di insulti, indirizzate a Edith Swan. È una donna devota, cristiana, la sua fama di rettitudine e impeccabilità morale la precede. Tutto il contrario della sua vicina di casa Rose Gooding, immigrata irlandese vivace, ribelle e anticonformista. Sarà lei la prima sospettata, e subito arrestata, come autrice delle anonime missive. Sarà vero? A fare luce sulla vicenda, una giovane poliziotta poco rispettata, che insieme alle donne di quartiere si impegnerà a scoprire la verità.

Titolo originale
Wicked Little Letters
Regia
Thea Sharrock
Cast
Olivia Colman, Jessie Buckley, Anjana Vasan, Timothy Spall, Malachi Kirby
Genere
Commedia, Drammatico
Durata
100 - colore
Produzione
(2023)
Distribuzione
Bim